Ho recuperato con metodo una forma di allevamento poco diffusa, attualizzandola e integrandola con la meccanizzazione in modo di agevolare la lavorazione e di ridurre le ore di potatura nel rispetto della fisiologia della vite e della qualità delle produzioni. Ho analizzato i diversi aspetti, considerando la potatura, la gestione della chioma, la struttura (numero di fili mobili, altezza del cordone, etc.), il sesto di impianto, e tutti gli elementi fondamentali, spesso trascurati, che fanno la differenza e contribuiscono alla definizione e al mantenimento della forma di allevamento, con l’obiettivo di ottenere in modo sostenibile una produzione di qualità.
Il sistema di base è il Cazenave, proviene dalla “scuola” di potatura greca, dalla quale derivano le forme di allevamento meno espanse e più vocate alla qualità (es. il Guyot). Si tratta di una forma poco usata, storicamente legata alle Marche, al Lazio e alla Sardegna.Il recupero di questo sistema, con l’introduzione di determinate varianti e la definizione di un preciso metodo mi ha permesso di ricavare una forma versatile, adattabile a diversi vitigni e obiettivi produttivi. È un sistema facilmente meccanizzabile, che ben accoglie le pratiche di potatura verde e la defogliazione meccanica, e che permette di ridurre notevolmente le ore di potatura grazie all’integrazione con la prepotatura meccanica.
I primi impianti allevati secondo questo metodo sono stati realizzati nel 2021.
